domenica 26 maggio 2013

Al Castello di Gabiano affollato confronto per i 30 anni della doc


IL FUTURO DELLE PICCOLE DOC

CHE GUARDANO AI MERCATI CON LE RADICI NELLA STORIA

Al Castello di Gabiano affollato confronto per i 30 anni della doc
e i 50 della legge istitutiva delle denominazioni

 
 


Parafrasando John Donne si potrebbe dire “No wine is an island, entire of itself”. Il Gabiano è sì una delle doc più piccole d’Italia (la produzione è inferiore alle 10.000 bottiglie, quasi tutte della sola azienda Castello di Gabiano), ma è un pezzo di mondo e, come tale, lo identifica. La forza delle piccole doc sta nelle loro peculiarità e il loro stretto legame con il territorio. La difficoltà è comunicare al mondo questo concetto e il valore che ha.

Alla tavola rotonda “Piccole doc, grande futuro”, che ha aperto l’edizione 2013 di Vino a corte, al Castello di Gabiano, sono state messe a confronto esperienze virtuose di piccolissime produzioni che lottano con la concorrenza internazionale per conquistare uno spazio sui mercati, sebbene di nicchia. Lo possono fare comunicando il territorio e la sua storia, l’impegno dell’uomo per quella determinata produzione.

I primi 30 anni della doc Gabiano acquistano pertanto valore perché inseriti in quest’ottica, che vuol dire grande lavoro in vigna, massimo rispetto delle condizioni pedoclimatiche ed esaltazione delle caratteristiche del terroir. Concordi con il marchese Giacomo Cattaneo Adorno, padrone di casa, il vitivinicoltore valdostano Costantino Charrere (azienda Les Cretes) e l’enologo Giancarlo Scaglione (azienda Forteto della Luja, nell’Astigiano, oasi WWF).

La sfida però è trovare l’equilibrio tra preziose, anche se limitate, presenze all’estero di questi vini con più costanti, e importanti, presenze nei ristoranti locali. Con questo obiettivo anche le istituzioni possono contribuire a creare nei consumatori l’orgoglio di bere i vini del proprio territorio, insieme ai produttori stessi e a chi opera, a vario titolo, nell’universo vino. Il messaggio è stato lanciato a Piero Martinotti, presidente della Camera di commercio di Alessandria, che ha partecipato alla tavola rotonda moderata dal giornalista Sergio Miravalle e alla quale hanno partecipato anche il professor Vincenzo Gerbi, il coordinatore del Comitato per le celebrazioni dei 50 anni della legge istitutiva delle doc Andrea Desana, il chairman di Marco Polo Experience, l’ex componente del Comitato Nazionale Vini Angelo Arlandini. Ha concluso Mario Ronco, enologo del Castello di Gabiano, sintetizzando così: “Una piccola doc di qualità deve avere la pianta di vite con la testa nel mercato e  le radici nella storia”.

 

 

 

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