PICCOLE DOC, GRANDE FUTURO
Al
Castello di Gabiano il prossimo 26 maggio
si
celebrano i primi 30 anni della doc Gabiano
e il
mezzo secolo della legge istitutiva delle denominazioni d'origine
Se ne producono meno di diecimila
bottiglie all'anno, destinate a intenditori italiani e stranieri che non
rinunciano a uno dei vini rossi più particolari del Piemonte: il Gabiano,
piccola doc che nasce nel comune omonimo del Monferrato, in provincia di
Alessandria, al confine con quelle di Torino e Vercelli. Il Gabiano è un vino
rosso che deriva per il 95% da uve Barbera e dalla restante parte da uve Freisa
e/o Grignolino coltivate esclusivamente nel piccolo comune. Stapparne una
bottiglia significa scoprire un mondo ricco di storia. Non è un caso che tale
produzione sia il fiore all'occhiello dell'azienda vitivinicola Castello di
Gabiano, dei marchesi Cattaneo Adorno Giustiniani, i quali dedicheranno proprio
a questo vino la prossima edizione di "Vino a corte", in programma
domenica 26 maggio nel maniero monferrino. L'evento 2013 coincide con il
trentesimo anniversario della doc Gabiano e il cinquantesimo dall'entrata in
vigore della legge istitutiva delle denominazioni di origine.
Per celebrare la doppia ricorrenza è
stata organizzata una tavola rotonda dal titolo "PICCOLE
DOC, GRANDE FUTURO", alla quale parteciperanno, moderati dal
giornalista Sergio Miravalle, Andrea Desana, coordinatore del
Comitato Promotore del Cinquantenario della legge sulle doc; Angelo Arlandini, Componente Comitato Nazionale Vini del Ministero dell’agricoltura, già
presidente della Camera di Commercio di Alessandria; il sindaco di
Gabiano Mario Tribocco; Vincezo Gerbi professore ordinario di Enologia all'Università di Torino; Giancarlo Scaglione, enologo e 'anima' della piccola doc
Loazzolo; Costantino Charrere,
dell'azienda valdostana Les Cretes; Patrizia Marin, chairman di Marco Polo
Experience e docente del Master in "Food and Wine Communication" alla
IULM di Milano. Con loro l'imprenditore e viticoltore Giacomo Cattaneo Adorno e l'enologo del Castello di Gabiano, Mario Ronco.
Se, da un lato, l'accentuata
frammentazione del territorio vitato nazionale comporta maggiori difficoltà nell'emergere
sui mercati internazionali, dall'altro essa è sinonimo di uno straordinario
patrimonio enologico che l'Italia può vantare, e in particolare il Piemonte.
Merito del terroir, quelle determinate caratteristiche del terreno e del
microclima che danno anima e corpo a un calice di vino prezioso. Nel caso del
Castello di Gabiano, poi, l'unicità della produzione è riscontrabile anche
nella resa bassissima per ettaro, solo 50 quintali, nelle vendemmie limitate
alle migliori annate e nei profumi intensi di questo vino.
Nelle cantine del castello sono
conservate bottiglie di vendemmie storiche, a partire dal 1945. Ma la storia
del Castello di Gabiano vanta anche una medaglia d'oro all'Esposizione Mondiale
di Parigi del 1900: da allora ad oggi sono cambiate tecniche di coltivazione e
di vinificazione, ma un elemento è rimasto intatto. È la sua forte personalità,
un mosaico di emozioni gustative che si compone partendo dai filari che
circondano la storica tenuta.
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