martedì 14 maggio 2013

"Piccole DOC, grande futuro" la tavola rotonda" del 26/5 ore 10.30



PICCOLE DOC, GRANDE FUTURO
Al Castello di Gabiano il prossimo 26 maggio
si celebrano i primi 30 anni della doc Gabiano
e il mezzo secolo della legge istitutiva delle denominazioni d'origine
 
Se ne producono meno di diecimila bottiglie all'anno, destinate a intenditori italiani e stranieri che non rinunciano a uno dei vini rossi più particolari del Piemonte: il Gabiano, piccola doc che nasce nel comune omonimo del Monferrato, in provincia di Alessandria, al confine con quelle di Torino e Vercelli. Il Gabiano è un vino rosso che deriva per il 95% da uve Barbera e dalla restante parte da uve Freisa e/o Grignolino coltivate esclusivamente nel piccolo comune. Stapparne una bottiglia significa scoprire un mondo ricco di storia. Non è un caso che tale produzione sia il fiore all'occhiello dell'azienda vitivinicola Castello di Gabiano, dei marchesi Cattaneo Adorno Giustiniani, i quali dedicheranno proprio a questo vino la prossima edizione di "Vino a corte", in programma domenica 26 maggio nel maniero monferrino. L'evento 2013 coincide con il trentesimo anniversario della doc Gabiano e il cinquantesimo dall'entrata in vigore della legge istitutiva delle denominazioni di origine.
Per celebrare la doppia ricorrenza è stata organizzata una tavola rotonda dal titolo "PICCOLE DOC, GRANDE FUTURO", alla quale parteciperanno, moderati dal giornalista Sergio Miravalle, Andrea Desana, coordinatore del Comitato Promotore del Cinquantenario della legge sulle doc; Angelo Arlandini, Componente Comitato Nazionale Vini del Ministero dell’agricoltura, già presidente della Camera di Commercio di Alessandria; il sindaco di Gabiano Mario Tribocco; Vincezo Gerbi professore ordinario di Enologia all'Università di Torino; Giancarlo Scaglione, enologo e 'anima' della piccola doc Loazzolo; Costantino Charrere, dell'azienda valdostana  Les Cretes; Patrizia Marin, chairman di Marco Polo Experience e docente del Master in "Food and Wine Communication" alla IULM di Milano. Con loro l'imprenditore e viticoltore Giacomo Cattaneo Adorno e l'enologo del Castello di Gabiano, Mario Ronco.
Se, da un lato, l'accentuata frammentazione del territorio vitato nazionale comporta maggiori difficoltà nell'emergere sui mercati internazionali, dall'altro essa è sinonimo di uno straordinario patrimonio enologico che l'Italia può vantare, e in particolare il Piemonte. Merito del terroir, quelle determinate caratteristiche del terreno e del microclima che danno anima e corpo a un calice di vino prezioso. Nel caso del Castello di Gabiano, poi, l'unicità della produzione è riscontrabile anche nella resa bassissima per ettaro, solo 50 quintali, nelle vendemmie limitate alle migliori annate e nei profumi intensi di questo vino.
Nelle cantine del castello sono conservate bottiglie di vendemmie storiche, a partire dal 1945. Ma la storia del Castello di Gabiano vanta anche una medaglia d'oro all'Esposizione Mondiale di Parigi del 1900: da allora ad oggi sono cambiate tecniche di coltivazione e di vinificazione, ma un elemento è rimasto intatto. È la sua forte personalità, un mosaico di emozioni gustative che si compone partendo dai filari che circondano la storica tenuta.
 
 
 

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